Artigianale per legge. Le birre artigianali riconosciute

I piccoli birrifici, nel nostro paese, non sono molti rispetto alle altre medie nazionali ma si sono distinti per il loro alto livello qualitativo. Il settore attualmente conta oltre 700 esercizi mostrando una crescita annua superiore al 20%, con una produzione che nel 2014 ha superato i 450.000 ettolitri, rappresentando il 3% della produzione nazionale.

Purtroppo circa il 40% di queste non hanno dipendenti, mentre la metà ne conta da 1 a 3. In termini di fatturato annuo, basti sapere che l’11% fattura più di 800.000 euro, mentre più dellametà fattura dai 100.000 agli 800.000 euro annui.

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Tutto ciò senza nemmeno avere una legge che stabilisca delle regole sulla produzione o l’etichettatura della birra. Fino ad oggi infatti,per la legge italiana, non esisteva distinzione tra birra artigianale e birra industriale.

Ma leggiamo queste poche righie:

“birra artigianale: la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza e la cui produzione annua non superi i 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di prodotto per conto terzi”.

Ecco il nuovo emendamento che stabilisce dei parametri affinchè una birra si possa etichettare come Artigianale. Eh già perchè fino a poco tempo fa si potevano utilizzare solamente le diciture “birra analcolica”, “birra leggera” o “birra light”, “birra speciale” e “birra doppio malto”, mentre Mercoledì 6 Luglio è stato finalmente approvato dal Senato il nuovo emendamento che va ad integrare la legge del 1962.

Ma cos’è che è cambiato veramente?

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Il cambiamento sostanziale sta nel fatto che ora per i grandi colossi dell’industria della birra sarà impossibile produrre della birra artigianale, anche escludendo l’aggiunta di anidride carbonica,i processi di pastorizzazione e microfiltrazione,che impoveriscono il prodotto dalle sue proprietà organolettiche e nutrizionali.

Inoltre da ora potremo finalmente leggere sulle bottiglie la dicitura “Birra Artigianale”, che sicuramente avrà il suo effetto sui consumatori. Chiaramente non saranno imposte regole sulla provenienza delle materie prime utilizzate, ovvero sarebbe stato prematuro e azzardato attrubuire la definizione di birra artigianale a prodotti che che contengono ingredienti di provenienza italiana, dal momento che la nostra produzione nazionale è ancora troppo bassa per soddisfare la richiesta di tutti i birrifici dello stivale.

Tuttavia al Ministeto delle Politiche Agricole è stato attribuito il compito di migliorare le condizioni di produzione,trasformazione e commercializzazione nel settore del luppolo e dei suoi derivati,rimanendo nei limiti delle norme europee.

Spazio quindi ai piccoli birrifici, all’inventiva delle singole persone e alla possibilità di concretizzare la propria passione della birra dopo anni di vuoto normativo. Finalmente le birre artigianali “esistono” anche in Italia.

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