Negli ultimi tempi, gli amanti della carne avranno notato una nuova tendenza proveniente dall’oriente che sta facendo innamorare anche l’Italia. Una pregiata novità: la carne di Kobe, originaria del Giappone.
Si tratta di una carne proveniente dalla rarissima razza di manzo Wagyu che, secondo gli esperti, rappresenta il meglio della carne marmorizzata. Dal 2007 i bovini giapponesi hanno fatto il loro ingresso in Italia, incrociati con frisone al 50% ma, nel giro di 6 generazioni, diverranno puri quasi al 100%.
Seguiteci durante questo viaggio gastronomico nel Paese del Sol Levante, alla scoperta di un sogno proibito, ma sempre più concreto, di tutti i veri carnivori.
Wagyu giapponese: razza e allevamento
La pregiata razza giapponese del Kurolem Wagyu o Tajima Wagyu, che si caratterizza per il manto nero, viene allevata da sempre nella città di Kobe, nella prefettura di Hyogo.
La particolare conformazione della zona, rocciosa e con poco pascolo, e l’iniziale impiego dei bovini per il lavoro nei campi hanno favorito la nascita di una razza dalla forte struttura muscolare e con una grande quantità di grasso da marezzatura.
In Giappone, i bovini vengono allevati con rispetto e cura, secondo una tradizione che si perde nei secoli. Il Wagyu gode di un allevamento all’avanguardia, con una dieta lenta e grande dedizione per 900 giorni.
Un’attenzione quasi maniacale è riservata ai vitelli nei primi 7-10 mesi di vita che sono allevati da personale specializzato e sono protetti dalle rigide temperature invernali con copertine termiche. In seguito, i bovini vengono venduti ad altri allevatori che, con la stessa cura, li porteranno a raggiungere i 470 chili di peso.
L’ambiente privo di stress e il clima ideale, rendono il Wagyu giapponese un bovino dalla linea pura e dalla carne eccezionale.
Il Wagyu tra leggenda e realtà
Proprio la grande attenzione dei giapponesi per l’allevamento di questa rara e pregiata razza, ha fatto sì che, nel corso degli anni, numerosi miti si siano diffusi intorno all’allevamento del Wagyu.
Una nota leggenda, ad esempio, vorrebbe i bovini giapponesi allevati con la birra. In realtà, l’alimentazione del Wagyu giapponese è a base di erba di pascolo, mangime concentrato e fieno di riso, nulla di più normale. Il fieno di riso, in particolare, contribuisce al tipico colore bianco del grasso e al colore marmorizzato della carne.
La birra è quindi soltanto una leggenda, oppure, in passato è servita per riscaldare i bovini dal clima davvero rigido del territorio di Kobe.
Un’altra leggenda riguarda il massaggio, quasi da Spa, che gli animali riceverebbero giornalmente. Qui, tuttavia, vi è un fondo di verità. Gli allevatori giapponesi dedicano grande attenzione alla pulizia e all’igiene all’interno delle stalle per evitare germi e malattie. Di conseguenza, il massaggio agli animali serve per garantire l’igiene e la pulizia nonché per evitare contratture muscolari durante il rigido inverno.
Ancora, si dice che i bovini nipponici ascoltino musica classica.
La zona di Kobe è immersa spesso in un silenzio surreale ed è probabile che qualche allevatore, per scandire la giornata, diffonda la musica classica facendo associare agli animali il momento del pasto con la stimolazione sonora.
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